Notti insonni in quel di Sydney. Capita quando ci confrontiamo con la morte a distanza, che arriva e non preavvisa. Ma lo sappiamo, è fatta così. Quando si è giovani non si pensa alla morte. Si vuole vivere. Come Francesco Monteiro Rossi, anche se si è scritto tutta una tesi sulla morte. Eppure, anche da giovani, ci riguarda da vicino. Coinvolge i nostri familiari, i nostri amici, i nostri parenti. E’ una cosa che ci accomuna tutti quanti, a cui – aggiungerei, per fortuna – nessuno può sfuggire. Poco prima di quel punto siamo tutti veramente, finalmente, uguali. Non ci sono più distinzioni di classe, di censo, di forma o di colore. Siamo lì, pronti a fare i conti con la cosa più spaventosa, con un’unica preoccupazione, sopravvivere. Guardiamo chi è in vita intorno a noi, e un poco poco quasi li invidiamo, perché vorremmo essere al posto loro, vivere ancora un poco. Se sarà vero che poco prima di quel momento ci passa tutta la vita davanti almeno sarò stato tra i suoi ricordi lontani, come adesso che lui non c’è più rimarrà nei miei.